ER2021

Che l’avventura abbia inizio. Belli come il sole, determinati e giocosi. Cosi sono i nostri Rover della Compagnia Gilgamesh.

Qualcuno è stanco, reduce dal servizio al campo di reparto che si è concluso solo ieri sera. Qualcuno è alla sua prima Estate Rover, qualcuno all’ultima. Strada da fare e scarponi bene allacciati. Carta di identità: sorriso stampato in viso.

Seguiteci su questa pagina, vi faremo vedere le migliori foto dell’ER2021!

Giorno 1

Treno per Avezzano, poi bus per Villetta Barrea. Una mattinata lunga, la sveglia ha suonato presto. Arrivati a destinazione mangiamo il panino, un po’ di tempo e un paio di messaggi con Luca per orientarsi. E poi su, verso lo Stazzo senza nome. Una rampa corta, ma secca. Le gambe ancora non sono rodate, e lo zaino pesa. Sono i primi passi dell’Estate Rover, la Compa è in cammino.

Arrivati ci meritiamo un po di riposo, poi si monta il campo. Fa fresco e cade qualche goccia. Tradizione rispettata, ma domani, Giove Pluvio, non ti curar di noi.

Giorno 2

Ci sono immagini che valgono mille parole. Ci sono silenzi che si ascoltano, tanto sono fitti di pensieri.

Un passo dopo l’altro, oggi si è saliti. Al ritmo della Compagnia, del tutti insieme, che anche se qualcuno va più lento va bene lo stesso. Non abbiamo meta, se non il sudare (e tanto!) insieme. Domani sarà tosta.

Giorno 3

CI sono bivi che devi decidere da che parte andare. Come a Genova, 20 anni fa, come quando ti chiedi cosa è giusto fare e non sempre la risposta è facile. Talvolta addirittura quello che è giusto è illegale.

Oggi il nostro bivio era più semplice, nessuna implicazione etica. Solo gambe da far andare, un passo dietro l’altro. Abbiamo perso il conto dei metri di dislivello. Dei passi da fare verso un mondo migliore invece il conto lo teniamo bene. 1, 10, 100 passi.

Giorno 4

Oggi niente foto. Il maledetto virus ha deciso di intromettersi nella nostra ER2021. In maniera indiretta, ha marcato il territorio, così come fanno alcuni animali. Ha provato a ricordarci che siamo in libertà vigilata, che dobbiamo prestare mille attenzioni. Che anche quando sembra essere lontano, in realtà è li, dietro l’angolo.

Uno dei nostri è tornato a casa, ora è in isolamento fiduciario. Contatto diretto di qualcuno positivo al covid. Noi tutti siamo contatti indiretti. Se prima prestavano attenzione ai protocolli, ora saremo inflessibili.

Cammineremo anche per voi.

Giorno 5

il day after è sempre un incognita. Ieri abbiamo perso due di noi, tornati a casa, tra isolamento e stanchezza. Stamattina c’era un po di tensione, qualcuno non ha dormito bene, . E allora serviva relax, svago e risate. E visto che c’è un lago a portata di mano…

Ci aspettano 4 giorni intensi, ricaricare le batterie era necessario. Da domani torniamo girovaghi, tra le montagne d’Abruzzo. Lo zaino è serrato e compatto. Gli scarponcini lucidi. Il sorriso pronto. Per alcuni di noi si avvicina la partenza, ancora un bivio, il tempo passa e ci si trova grandi quasi per caso. Ci teniamo stretti questi ultimi giorni insieme. Poi le strade prenderanno direzioni diverse. Ma aver sudato assieme, ancora e ancora e ancora una volta, ci rende una cosa sola.

Noi siamo Gilgamesh.

Francesco, Jacopo e Gabriel, siete con noi!

La giornata – ultima per Pierpaolo – inizia presto. C’è da scarpinare verso il rifugio della Liscia. Più conosciuto con il nome del sentiero che porta fin lì. La Camosciara. Bisogna prima scollinare la cresta che ci divide dal nostro obiettivo. Un oretta passa presto. Ci fermiamo ad aspettare Luca che arriva in macchina, ci lascia Carlo e si porta via Pierpaolo. Che ci chiama limpidi come il cielo di questa giornata. Che dire, ‘sto Presidente è bravino!❤

E qui la sorpresa! Dalla macchina scende anche Francesco! Il tempo di gioire e si parte, il percorso non è lungo, ma sale ripido, il fiato si accorcia, rapido. Alla fine saranno una dozzina di km, diverse centinaia di metri di dislivello.

Tempo di chiacchiere mentre mangiamo il panino… le cose brutte fino ad ora:

Pulci, il doppio tampone, Gabriel e Jacopo che non sono con noi, l’ansia dell’altroieri… le pulci le avete dette? Le battute di Francesco e Andrea😘

Quelle belle: il monte Mattone, la cascata, Sara e Giulia, l’arrivo di Francesco, la canzone che stiamo facendo, il fatto che siamo tutti negativi, gli hikes in posti belli.

Una giornata piena, anche di qualche scivolone, di qualche paura. Ma insieme ci si rialza, si superano ponti e paure, mano nella mano.

Giorno 7

Affidiamo queste parole al vento, ed alle stelle che stanotte sono diamanti. Leggerete il messaggio contenuto nella bottiglia quando tutto sarà già avvenuto, oramai passato. L’assenza di rete ci costringe ad in racconto asincrono.

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Stamattina colazione robusta, uova e fagioli, ci attendono un paio d’ore con lo zaino grande, verso lo stazzo dell’acquasfranatara, sempre che si chiami proprio così.
La salita è dolce, forse meno per chi di zaini ne porta due. Compagnia è anche questo: due spalle in più per portare lo peso di chi non riesce, in questo caso complice l’ustione da sole presa al lago l’altro giorno.

Un paio di soste, e poi l’arrivo allo stazzo. Qui passeremo l’ultima notte assieme, quel bivio, quel bivio maledetto è arrivato. I cinque del terzo anno, più Jacopo che è a casa, canteranno, mangeranno e rideranno con noi per l’ultima volta. Che la strada vi porti lontano, fratelli, ovunque andiate. Che sia con noi, in un altro ruolo, o altrove. Non importa, portate al mondo un pezzo del nostro cammino insieme. Noi ci saremo. E che troviate sempre acqua limpida come questa.

Panini in riva al torrente, un po di svago, frisbie col maestro per alcuni, poesie, letture e chitarra per altri. E un po di riposo

Poi parliamo di Libertà e Responsabilità, legati strettistretti assieme, l’una senza l’altra non si reggono. Come due Rover.

Il tempo scorre insieme all’acqua, si porta via le foglie secche e le ore. È già tempo di cucina gourmet, polpette di melanzane e provola, churros per dessert. Prima che faccia buio che altrimenti mangiamo al lume delle candeline.


Quante volte ve lo siete e ce lo siamo immaginati questo ultimo fuoco. Quante volte abbiamo pensato a cosa cantare. Ma stasera la voce esce forte, e chiara. La capsula del tempo ci dona sorprese, poi la veglia alle stelle. E poi nel sacco a pelo, a sognare domani.

Giorno 8

Oggi niente foto. Potremmo dire che è per via delle emozioni forti, delle lacrime, che le foto sarebbero venute sfocate. Oppure che abbiano preferito non farne, per rispettare la sacralità del momento.

La realtà è che avevamo i telefoni spenti, batterie consumate da due giorni di assenza dalla civiltà.  Lo stazzo di Acquasfranatara  – tra i suoi mille pregi – ha anche quello di essere senza copertura ed energia elettrica. 

Stamattina ce la siamo presa comoda.  Il terzo anno fremeva, gli altri avevano da finire quei pensieri che da tradizione sono affidati ai partenti. Siamo scesi che faceva già caldo, contrasto col fresco dell’alba. Lavarsi al fontanile ghiacciato, nel silenzio assoluto, con l’acqua più pura che possiate immaginare, ecco quel fresco era già ricordo mentre scendevamo tra la polvere del tratturo.  Il patto era che i partenti avrebbero scelto il posto, tra le tante radure a ridosso del torrente.

Quando lo hanno indicato abbiamo realizzato che il momento era arrivato.
Un cerchio, un grido di Compagnia, la lettura della Carta. La forcola in mezzo, col suo bivio bene in vista.

Le firme, poi le parole.

E le lacrime, impossibile trattenerle, un ciclo di tanti anni, troppi ricordi, una quantità di emozioni che si sono sovrapposte, coinvolgendo anche chi non c’era. Ma questo è Gilgamesh, non importa da quanto tempo ne fai parte. Il senso di amputazione amplificato da quel loro ultimo grido, lanciato mentre sparivano da dietro la curva.

Ora Gilgamesh siamo noi.

– oggi per la prima volta abbiamo fatto il grido di compagnia tutti abbracciati così come è nato, è stata un emozione incredibile accompagnata poi dalla tristezza ma anche dall’orgoglio di tutti coloro che sono partiti ed hanno per ora concluso il percorso scout  (Picchio Laborioso)

– il momento delle partenze è stato il momento più intenso di tutta l’Estate Rover tra lacrime e saluti e discorsi. I più grandi ci hanno lasciati ma una parte di loro è rimasta con noi. (Antilope Dinamica)

– oggi come in nessun’altro giorno , ho fatto i conti con le mie emozioni , con gli aspetti positivi e negativi dei rapporti con le persone e soprattutto lo scorrere del tempo. Nulla mi spaventa più del fatto che possa allontanarmi da ciò che mi ha reso la persona che sono oggi e che mi ha cresciuto : lo scoutismo , e tutti i miei fratelli . Ma so che la fiamma che ci unisce nei momenti di gioia e paura , non si estinguerà mai , a prescindere dal tempo tiranno. (Lepre spiritosa)

– tra i sorrisi e le lacrime che hanno inciso i nostri volti voglio ricordare la sensazione delle braccia che riempiono quel vuoto che si sta per creare, mescolando odore e frasi mai dette. (Colibrì Generoso)

– Oggi è stata una giornata molto intensa, dire addio ad una parte della compagnia, mi è dispiaciuto molto. Perdere persone meravigliose come Gala, JoJo, Margo…  è triste soprattutto adesso che ho avuto modo di conoscerle meglio. Comunque riabracciarci è stato bellissimo e spero che l’anno prossimo sia bello come quest’anno (Coccinella Decisa)

– ci ricorderemo di loro perché sono dei modelli da seguire. Ci hanno insegnato tanto, ora è il nostro turno di mettere in gioco ciò che sappiamo per quelli che verranno (Ape Curiosa)

– Le partenze di oggi hanno rappresentato l’unione scoutistica, fra lacrime e risate singhiozzate, ho capito come determinate persone possano farti crescere e di come possano farti affezionare in poco tempo, non dimenticherò mai queste partenze, come non dimenticherò mai le persone che hanno preso una altra strada (Puma Sorridente)

Giorno 9

Ultimo giorno, tra sistemazione del campo e nuovi equilibri. C’è un misto fritto di insofferenza e attesa, come di attesa di qualcuno che non è qui. Ora tocca a noi, noi siamo Gilgamesh. Gli ultimi chilometri, direzione lago, le ultime attività. sistemazione e pulizia del campo.
Tempo di bilanci. Tanti chilometri, tanto dislivello. Una quantità industriale di pasta consumata  – ma come fa un Rover a farsi 300gr di pasta al sugo a pasto?? – cucinata in spiritiere annerite ma efficientissime.
Una marea di risate, fotografie e parole scritte. Amicizie rinnovate, progetti per l’anno che verrà e canzoni nuove da cantare. Partito un menestrello ne abbiamo un altro, la nostra voce continuerà ad essere accompagnata da un Ukulele.

E poi le parole e le foto che ci hanno mandato oggi i ragazzi partiti. C’è chi piange davanti ad un barattolone di coppa del nonno, chi ci ha scritto una canzone, chi ci ha dedicato parole uniche.😥

Oggi si è iniziato un nuovo ciclo, più forti, ancora più attenti alle differenti sensibilità, perché noi siamo una Compagnia.

Noi siamo Gilgamesh!

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